Dopo la risposta del Ministro della Giustizia al nostro question time, abbiamo ascoltato proprio tutti. Carlo Nordio ha detto in Parlamento che il Ministero della Giustizia non ha mai stipulato contratti con società che posseggono Trojan. Quindi no la polizia penitenziaria e no le procure d’Italia.
A questo punto però una cosa è certa: visto che giornalisti e militanti politici sono stati intercettati e Che Graphite, il software di Paragon, è in uso in Italia e gli unici che possono utilizzarlo sono i servizi segreti e le varie polizie giudiziarie che operano per conto delle procure, chi ha fatto le intercettazioni?
Probabilmente non si sarà compresa la gravità della situazione, forse perché la storia sembra tratta da un film di spionaggio, ma siamo di fronte ad una vicenda che mette in discussione la nostra democrazia, la libertà personale e la libertà di stampa.
Un software in dotazione al governo è stato utilizzato illegalmente per spiare giornalisti e attivisti. Tra i giornalisti c’è il direttore di Fanpage, il giornale online che ha fatto una libera inchiesta sul partito della Presidente del consiglio.
Da quando è emersa questa inquietante vicenda il governo invece di fare chiarezza e difendere chi è stato spiato illegalmente, non ha fatto altro che utilizzare tutti gli strumenti possibili per insabbiare.
Proviamo a ricostruire i fatti.
Prima il Guardian ha scritto che l’azienda Paragon aveva sospeso il contratto col nostro paese a causa dell’uso improprio che ne era stato fatto.
Poi il Ministro Luca Ciriani è venuto a dire in Parlamento che il software era ancora pienamente operativo, quindi a smentire il giornale inglese.
Qualche giorno dopo però una nota del governo comunicava ciò che il Guardian aveva scritto e smentiva Ciriani, cioè l’uso del software era stato sospeso d’intesa con la società che lo produce per consentire approfondimenti sulle violazioni, mentre in realtà la sospensione sarebbe stata voluta dalla società produttrice a fronte di un uso improprio del software.
Se infine, come dice Carlo Nordio, nessun Ministero è responsabile dell’acquisto del Trojan israeliano, non restano che i servizi ad avere questo strumento. In altri termini, se fosse vero quanto affermato da Nordio, sono i servizi ad aver svolto queste intercettazioni e quindi il sottosegretariato Alfredo Mantovano avrebbe mentito spudoratamente.
Allora forse è per questo che Mantovano non voleva che Nordio rispondesse in Parlamento e per questo ha invocato l’articolo 131 del regolamento della Camera per impedirgli di rispondere.
Ma Carlo Nordio non voleva più stare col cerino in mano e aveva tanta voglia di parlare. In aula, sollecitato da noi, nonostante il segreto e nonostante la sovraesposizione a cui il governo aveva esposto il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha spiattellato tutto.
Noi di fronte a questo scenario che potrebbe apparire comico, mentre invece è inquietante, non smetteremo di chiedere chiarezza. Non ci fermeremo perché è in gioco il funzionamento della nostra democrazia
Presidente Fondazione Italiana Autismo (FIA). Presidente del gruppo Italia Viva - Il Centro - Renew Europe alla Camera dei Deputati.