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AGRIGENTO CAPITALE DELLA CULTURA CON I SUOI MONUMENTI ALL’INEFFICIENZA

Agrigento è una città con 2600 anni di storia. Pindaro la descrisse come la più bella città dei mortali. La città è sempre stata culla di civiltà ed ha visto il passaggio di diverse dominazioni, romana, bizantina, araba e normanna. Certamente, per Agrigento il periodo più importante fu quello della Magna Grecia, quando la città era conosciuta come Akragas: il parco archeologico della Valle dei Templi, patrimonio Unesco, testimonia l’importanza del sito, con i suoi maestosi templi dorici. 

Credo che nessuno possa dubitare che Agrigento meriti, per storia e naturale bellezza, il titolo di Capitale italiana della Cultura. Naturalmente, al netto dei servizi, vera nota stonata. 

Agrigento che per cultura e bellezza potrebbe essere una perla del Mediterraneo paga lo scotto di una cattiva gestione politica, sino alla gravissima ma anche prevedibilissima crisi idrica del 2024.

Certamente si tratta di un problema atavico, frutto della mancanza di programmazione dei vari governi regionali che nulla hanno fatto per risolvere la problematica, dall’erogare i finanziamenti per ristrutturare le obsolete reti idriche del territorio, al realizzare tutti gli accorgimenti e le infrastrutture necessarie per affrontare e risolvere il problema. Ancora oggi non si ha notizia sulla installazione dei dissalatori mobili, nonostante le dichiarazioni del Presidente Schifani: di fatto, dopo un anno di proclami, di commissari straordinari, l’aiuto è arrivato solamente dal cielo attraverso le piogge. 

Pessima pubblicità per la neo-capitale italiana della Cultura, che è stata recensita da una autorevole guida turistica la Fodor’s Travel come meta sconsigliata proprio a causa dell’emergenza idrica.

Il governo regionale si è dimostrato inadeguato nel gestire la problematica. La sua inerzia sta notevolmente danneggiando non solo l’immagine della città, ma anche la vita dei cittadini e di quegli imprenditori che hanno investito nel settore turistico ricettivo e hanno vissuto un’estate da incubo rincorrendo le autobotti per il rifornimento idrico a prezzi non certo calmierati.

Dal canto suo, l’amministrazione comunale guidata dal Sindaco Miccichè ha sicuramente lavorato molto sul progetto per l’aggiudicazione del titolo di capitale italiana, avvenuta nel marzo del 2023. Purtroppo, da quel momento, l’amministrazione poco ha fatto per creare, incrementare e realizzare i servizi per i cittadini e per tutti coloro che vorranno visitare la città. Tanti i ritardi, ancora oggi per conoscere il programma di capitale italiana della cultura, occorrerà attendere il 14 gennaio quando verrà presentato a Roma. 

Anche il progetto è stato rimaneggiato: nella prima versione, includeva diversi territori della provincia, tra i quali Lampedusa e si basava su Agrigento terra d’accoglienza e integrazione. Successivamente è stato ridimensionato: forse per questo motivo il bellissimo cartellone pubblicitario riprodotto in alto, simbolo appunto di accoglienza ed integrazione è stato subito rimosso…

Unico evento degno di nota per la promozione del territorio è stato il concento del “Volo” registrato il 31 agosto davanti il tempio della Concordia e mandato in onda su Mediaset la notte di Natale. Indubbiamente un ottimo biglietto da visita, la bellezza dei Templi illuminati con un fantastico gioco di colori era davvero stupefacente. Ma dopo il concerto…silenzio e buio. Inclusi gli ormai celeberrimi e marchiani errori nella cartellonistica stradale. 

Cosa accadrà adesso? Cosa sarà l’anno di Agrigento Capitale italiana della Cultura?  La città merita comunque di essere visitata e conosciuta, ma occorre un cambio di passo della politica al servizio dei cittadini e del territorio. Basta con spot, proclami e parole vuote: il rilancio chiede ben altro!

ROBERTA LALA
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Coordinatrice IV città di Agrigento, imprenditrice, Vice presidente Akragas Calcio, già assessore alle pari opportunità , servizi demografici e protezione animali.

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3 Commenti

  1. Complimenti. Grazie per questo articolo equilibrato ed esplicito che con garbo denuncia le inefficienze degli amministratori locali ma anche del governo regionale.

  2. Oggi il Presidente della Repubblica ha inaugurato l’anno di Agrigento capitale della cultura con un discorso altissimo sul significato della cultura come nuovo umanesimo: il confronto con l’altro, la conoscenza, lo sguardo rivolto al futuro a partire da una memoria vigile ma non sterilmente autoreferenziale ne sono la chiave.
    Ma il Capo dello Stato ha ammonito che la ricchezza del patrimonio culturale del paese, quell’inestricabile connubio tra arte, paesaggio e natura che da un capo all’altro della penisola rendono unica l’Italia e che oggi corona Agrigento come modello da proporre al mondo , ha bisogno di cura costante, pena l’inevitabile degrado. Ed è questa la responsabilità collettiva che grava su Agrigento e sulla Sicilia per questo anno che rappresenta un’occasione straordinaria.
    Oggi la cerimonia dell’inaugurazione ha sopito tutte le polemiche dei giorni scorsi, ha rinsaldato i gangli della macchina politica e organizzativa, e ha avviato il programma degli eventi che, sulla carta, promette qualità e caratura internazionale . Auguriamoci che tutte le aspettative della vigilia vengano mantenute, si vedrà da domani e avremo modo di discuterne ancora. Un anno intero è lungo.

  3. Roberta, condivido in pieno quanto da te affermato, e tengo a precisare che tutto i rimaneggiamenti burocratici succedutesi per le cariche amministrative e della fondazione hanno portato al fatto di tralasciare ciò che effettivamente doveva essere fatto . L’adeguamento dei servizi ,dalla spazzatura, alle strade, ai centri di accoglienza, ai parcheggi, all’acqua ecc.ecc. Tutto ciò è successo per la corsa alla supremazia politica, che deve mettere i suoi adepti per forza di cose anche se non capiscono un tubo di eventi e programmazione, di lavori e opere pubbliche, di ricerca di finanziamenti pubblici e privati. Il motto non sbaglia mai, Squadra vincente con si cambia. Invece per cambiare Squadra si è perso quasi in anno. Spero solo che dopo la visita di Mattarella, si recuperi il recuperabile, anche se la vedo molto dura

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