Gestione dell’emergenza idrica e dei rifiuti. VOTO 3.
Certo, il problema della siccità in Sicilia è antico, si sono giustificati Schifani e la sua corte. Ma da febbraio, mese in cui si è finalmente compresa la condizione di emergenza, il governo ha dimostrato soltanto inefficienza, impreparazione ed approssimazione. Un governo inadeguato ma parolaio, che ha brancolato nel buio, ha affrontato la guerra contro la siccità armato di una fionda e da maggio ha attuato solo interventi palliativo, scavando o ampliando qualche pozzo, e cercato affannosamente soluzioni estemporanee.
Dalle prime pompose affermazioni sulla possibilità di riattivare rapidamente i dissalatori di Gela, Porto Empedocle e Trapani, subito tramontata, alla brillante idea di ricorrere ad una nave cisterna della Marina Militare; dalla genialità di utilizzare i sistemi di dissalazione delle navi da crociera, all’extrema ratio dei dissalatori mobili, che, comunque, sarebbero pronti non prima della prossima estate e per quantità d’acqua irrisorie. Con la promessa finale, per il 2025, di costruire non uno ma cinque dissalatori, di cui due in project financing…
Nulla di concreto, nulla di realizzabile, tutte soluzioni estemporanee e frutto della disperazione e dell’incompetenza. L’unica realtà, è stato il tentativo di rastrellare tutte le autobotti disponibili, anche quelle dell’esercito, per riempire i silos. Il tutto, peraltro, allocando pochissime risorse: si sa, i fondi della Regione devono precipuamente essere destinati alle “esigenze territoriali” dei deputati dell’ARS.
Per fortuna, quando stavano cominciando le guerre tra i territori per contendersi le ultime gocce dell’Ancipa, ci ha pensato Giove Pluvio…
Anche sulla questione dei rifiuti, in concreto, cosa ha fatto il Governo siciliano, nonostante Schifani sia stato nominato prima Commissario straordinario per il completamento della rete impiantistica integrata dei rifiuti in Sicilia con riferimento all’intero ciclo dei rifiuti, e successivamente anche per la realizzazione di due termovalorizzatori in Sicilia con il potere di snellire le procedure burocratiche necessarie fino alla fase dell’appalto? Fino a questo momento, si è distinto solo per aver cancellato il lavoro del suo predecessore.
Alle soglie della conclusione del suo mandato, Musumeci aveva lanciato una manifestazione di interesse per costruire due termovalorizzatori con lo strumento del project financing e la partecipazione dei privati. Uno dei progetti aveva ottenuto un parere positivo, anche se con riserva, dalla commissione tecnico scientifica regionale presieduta dall’ex assessore Armao. E cosa fa Schifani? Ottiene l’approvazione del Piano regionale dei rifiuti (e questo potrebbe forse giustificare mezzo punto in più), ma esclude il coinvolgimento dei privati per la realizzazione delle opere e vuole utilizzare le risorse pubbliche del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2021/2027 (parliamo di 800 milioni di euro). Insomma, si ricomincia da zero, senza alcuna previsione sui tempi necessari per la costruzione dei termovalorizzatori. Ora spunta l’auspicio della gara entro la fine del 2025, vedremo… Ed intanto, per quanti anni si continueranno ed esportare i rifiuti in un gran numero di Paesi europei con un costo ingentissimo (parliamo di centinaia di milioni di euro) che regolarmente finisce per gravare sulle tasche dei siciliani?
Ingegnere, professore universitario, già rettore dell'Università di Palermo, nonno. E' stato candidato alla carica di governatore della Regione siciliana nel 2017 con la coalizione di centrosinistra.