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BUONA PASQUA. NELLA SPERANZA CHE LA RAGIONE RITORNI DALL’ESILIO.

Ieri, un amico, ai suoi auguri pasquali ha aggiunto una frase: nella speranza che la ragione ritorni dall’esilio. Si riferiva naturalmente a quanto sta succedendo nel mondo, tra dazi, guerre commerciali, aggressioni armate e autentici genocidi. Ma ci piace ampliare il senso di questa frase alla sempre più complessa situazione siciliana, con un governo incapace di risolvere nessuna delle tante emergenze.

Giovanni Pepi scrive, commentando l’articolo di Caterina Greco sull’erogazione di sei milioni di euro destinati ai beni culturali: “Siamo al punto di sempre riassumibile nella domanda: a chi e perché. Conosco il suono eterno delle procedure di assegnazione. Non c’è merito ma rispetto di voglie e desideri da partiti, cordate e correnti. Ma si impone, me lo consenta la Greco, una domanda: e noi? Noi giustamente critici, osservatori vigili, talora o spesso implacabilmente animati di una volontà di cambiare, noi, proprio noi, cosa proponiamo per correggere l’andazzo? Sulla denuncia abbiamo le carte in regola. E le proposte? Più volte della questione si è discusso in non pochi incontri e assemblee. Possiamo impegnarci noi, proprio noi ad elaborare la proposta di un sistema in cui finanziamenti, nomine e carriere possano essere decisi con sistemi di assoluta trasparenza dove tutti, ma proprio tutti, se vogliono, possono sapere a chi e perché? Si possono far precedere alle decisioni motivazioni pubbliche e controllabili che consentano di sapere e di chiarire?

Mentre Caterina Greco contesta i finanziamenti a enti sacri e profani, sono in corso per esempio, balletti di indiscrezioni su appartenenze e candidati a enti come la GESAP e l’autorità portuale di Palermo, due organismi di altissimo valore contingente e strategico per l’economia dell’isola. Si può aver conto dei candidati, dei loro curricula, delle competenze e delle esperienze in modo che possiamo valutare la qualità della scelte?

I nomi che si rincorrono appartengono più alla categoria del “politici trombati” che a quella dei manager internazionali, ricchi di competenze e di esperienze come richiederebbero gli enti in questione. Enti che hanno conseguito negli ultimi anni successi notevoli, stupefacenti in un contesto stagnante come quello siciliano.

E allora speriamo che la Pasqua faccia rientrare la ragione dall’esilio. Che le scelte si basino non sull’appartenenza, ma sul merito, sui curricula e sui titoli, sui risultati conseguiti, sulle competenze dimostrate. Anche ricorrendo a valutatori terzi, magari internazionali, a loro volta di provata capacità.

La nostra opposizione non è solo critica, è anche proposta di un nuovo metodo. Vogliamo superare questa democrazia statica in cui i governanti promettono le riforme e non le fanno e gli oppositori contestano le mancate riforme e non le propongono.

E che questa Pasqua sia di Risurrezione anche per la Sicilia.

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Ingegnere, professore universitario, già rettore dell'Università di Palermo, nonno. E' stato candidato alla carica di governatore della Regione siciliana nel 2017 con la coalizione di centrosinistra.

Un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

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