“Anche il mondo produttivo siciliano nutre una preoccupazione profonda per il terremoto scatenato da Donald Trump con i dazi. Il giro di opinioni raccolto oggi dall’incontro di Palermo non può essere ignorato”.
Lo dice Davide Faraone, vicepresidente di Italia Viva, dopo aver incontrato, insieme a Fabrizio Micari e Rosanna Montalto della presidenza di Italia Viva Sicilia, Cgil, Cisl, Uil Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Confindustria, Ance, Legacoop, Unci, Agci, Confcooperative, Confimprenditori, Csa, Confcommercio, Confesercenti, Confimpresa, Confartigianato, Cna.
“Le imprese siciliane si trovano nel mezzo di una tempesta perfetta. Le barriere doganali di Trump rischiano di provocare ferite gravi nel tessuto imprenditoriale ed economico dell’isola. Le conseguenze per il settore agricolo, già in crisi per la siccità, rischiano di essere pesantissime. Altrettanto gravi sono i rischi per la produzione industriale e l’indotto legato al turismo. Davanti a uno scenario del genere non si può rimanere con le mani in mano. Servono incentivi più semplici per aggredire gli ostacoli di una burocrazia che ogni anno fa disperdere miliardi e ripristinare Industria 4.0, misura straordinaria per le imprese. Vanno sbloccati i 100 contratti di sviluppo oggi fermi e tagliati i costi impossibili dell’energia. Va trovata una soluzione per le decine di migliaia di contratti di lavoro a termine il cui rinnovo è messo a rischio dai dazi e un’interlocuzione con l’Europa per garantire nuovi crediti d’imposta. Serve, insomma, un cambio di passo. Il Governo si decida a lasciare da parte la propaganda e l’ideologia: ora è il momento di ascoltare i problemi e le emergenze del mondo economico”, conclude.