Il 27 aprile prossimo torna la democrazia nelle ex Province?
Si tratta per la verità di una sorta di esperimento elettorale, di elezioni di secondo livello. Non saranno infatti direttamente i cittadini ad eleggere i presidenti ed i consiglieri dei nove cosiddetti enti di area vasta.
Dopo oltre 12 anni di commissariamenti da parte della Regione Siciliana, saranno i consiglieri comunali ed i sindaci ad essere chiamati a votare, per eleggere gli organi di rappresentanza politica dei liberi consorzi comunali e delle città metropolitane, quegli enti che sino al 2013, anno in cui furono aboliti, chiamavamo Province Regionali.
Il voto di ogni consigliere sarà ponderato. Vi state ovviamente chiedendo cosa significa voto ponderato. Se ci atteniamo all’etimologia, il termine deriva dal latino pondus, che vuol dire peso. Per farla breve significa che i voti dei consiglieri comunali verranno ‘soppesati’, valutati cioè in funzione del territorio e della popolazione del Comune di appartenenza.
Tanto per fare un esempio: il mio voto di consigliere comunale di Racalmuto vale la metà rispetto a quello dei consiglieri comunali di Agrigento. Dura lex, sed lex.
In ogni caso, dopo più di 12 anni di interruzione di un regolare avvicendamento democratico, si è fatto un passo in avanti verso quello che avrebbe dovuto essere, ma per varie ragioni non è stato, un ritorno al passato, ossia l’elezione diretta del presidente delle ex Province e dei consiglieri, da parte di tutti i cittadini.
In un quadro internazionale contraddistinto dall’affermazione di liberticide autocrazie, nel nostro piccolo va apprezzato lo sforzo di far luccicare, qua e là, per lo meno a livello periferico, qualche barlume di democrazia, dopo più di un decennio di furori e battaglie per demolire, a tutti i livelli, qualsiasi forma di rappresentanza politica.
Ci sarebbe per la verità da condurre un’ulteriore e ben più importante battaglia, non tanto e non solo per garantire l’elezione diretta degli organi istituzionali a livello locale, ma per modificare il sistema elettorale per l’elezione del parlamento nazionale.
È necessario ripristinare le preferenze e restituire ai cittadini quella sovranità sottratta attraverso le leggi ‘Porcellum’ prima e ‘Rosatellum’ dopo, che hanno creato un sistema elettorale che prevede le liste bloccate. Una sorta di concorso a premi di cui si conoscono a priori, prima delle elezioni, chi saranno i vincitori, ovvero i primi della lista.
Bisognerebbe ritornare al parlamento degli eletti dal popolo e bandire quello attuale, fatto di nominati. È indispensabile rinunciare a questa pratica incostituzionale di fare decidere, ai capi partito, l’intera composizione dei due rami del parlamento. È risaputo che le segreterie delle nostre formazioni politiche agiscono in ossequio ad un unico criterio di valutazione basato sulla cieca obbedienza dei candidati messi in lista.
Si tratta soltanto di rispettare l’articolo 1 della nostra Costituzione laddove recita: “la sovranità spetta al popolo” Se vi pare poco!

Salvatore Petrotto
Salvatore Petrotto, 62 anni, sposato e padre di tre figli, giornalista pubblicista e docente di italiano e storia presso l'Istituto d'Istruzione Superiore Statale 'Enrico Fermi' di Racalmuto.
È stato per 13 anni sindaco di Racalmuto
dove, attualmente, ricopre la carica di consigliere comunale.
Ha iniziato la sua carriera politica tra le fila della Rete.
Dopo lo scioglimento del movimento di Leoluca Orlando è stato tra i fondatori di Italia dei Valori di Antonio Di Pietro.