Da circa due mesi si parla del ritardo dei referti degli esami istologici che sono stati consegnati dopo diversi mesi e ad alcuni addirittura dopo 8-10. Fatto gravissimo, forse mai successo nella storia della sanità italiana.
Ebbene, presi da questo scandalo e dramma, non si è più parlato dei tempi delle liste d’attesa. Un problema forse comune a tutta l’Italia ma non certo tanto quanto in Sicilia e in questa provincia.
L’entità e la gravità del problema, l’ha evidenziato lo stesso ex direttore generale dott. Croce in una intervista rilasciata il 12 febbraio a una radio locale, quando ha parlato di un arretrato a fine 2024 di oltre 40 mila prestazioni non evase, di cui settemila accertamenti radiologici. Una enormità, un numero impressionante.
Per non parlare di chi ha deciso, visti i tempi lunghissimi, o di rivolgersi direttamente al privato o di non curarsi. Gli accertamenti normalmente servono per escludere o confermare il sospetto di patologie più o meno gravi: cardiovascolari, oncologiche, altre, ma anche per un controllo di malattie pregresse. Più tempo si perde nel fare la diagnosi, peggiore sarà la prognosi. È quasi sicuro che quando queste quarantamila prestazioni saranno espletate, si troveranno patologie in stato avanzato e in un numero sicuramente maggiore delle oltre trecento diagnosi di cancro.
Dal governo nazionale e regionale, continuano a dire che hanno stanziato fondi per azzerare le liste d’attesa, ma in questa provincia e in Sicilia non si vedono i risultati. Il ritardo è dovuto alla carenza di medici e non solo. Attualmente i cittadini del comprensorio (Marsala-Petrosino) che sono circa 100 mila, afferenti all’ospedale di Marsala hanno difficoltà, a volte impossibilità a essere seguiti negli ambulatori ospedalieri.
In particolare, i cardiopatici e i sospetti tali, che non si sottopongono ad alcuni accertamenti diagnostici relativamente semplici, ma fondamentali nell’iter diagnostico e terapeutico, come l’elettrocardiogramma sotto sforzo, l’ecocardiogramma, l’ecg sec. Holter, l’eco color doppler dei vasi arteriosi e venosi, la visita cardiologica post dimissione.
Questi accertamenti non vengono eseguiti perché ci sono solo 5 cardiologi in servizio, rispetto ai 14 che dovrebbero essere, nonostante circa due mesi fa l’Asp ne ha assunto 15 e nessuno per Marsala. La gravissima carenza di cardiologi, non solo provoca nocumento ai pazienti ricoverati in cardiologia, ma anche a quelli del pronto soccorso e degli altri reparti, ritardando dimissioni, interventi, allungando i giorni di degenza, creando altre problematiche.
Un ospedale per 100 mila abitanti, con un reparto di cardiologia con terapia intensiva non può non avere in servizio un minimo di 9-10 medici, per assistere meglio i ricoverati, fare le consulenze agli altri e gli ambulatori di secondo livello.
Non c’è reparto ospedaliero che possa funzionare bene, senza ambulatori che servono a fare filtro nei ricoveri e seguire in post dimissione almeno i pazienti più compromessi e quelli con malattie rare o meno comuni.
Anche per molti altri accertamenti diagnostici, i tempi di attesa sono di diversi mesi e spesso da fare a distanza di decine di km dal comune di residenza. Alcuni addirittura vengono invitati a recarsi negli ambulatori dell’ospedale di Pantelleria, una follia!
Mi sembra una organizzazione senza logica, per non dire altro. Inoltre, diversi cardiologi che lavorano negli altri ospedali vengono spesso utilizzati come medici di pronto soccorso, creando malessere e frustrazione. È normale che alcuni di questi lascino il posto di lavoro, trasferendosi in altre strutture o addirittura licenziandosi. Il medico specialista giustamente vuol fare il lavoro per cui ha studiato, e non il tappa buchi.
Perché sta avvenendo tutto questo negli ultimi anni? Perché i cittadini devono essere costretti a curarsi a pagamento, o a non curarsi? Non è accettabile. Certo, 10- 100 o più persone che muoiono per la cattiva organizzazione, non si notano e non fanno rumore. Ormai ci siamo assuefatti al peggio.
Quando gli avvocati denunceranno le gravissime carenze di personale, di posti letto, di apparecchiature, di disorganizzazione dei nostri ospedali e i magistrati indagheranno su queste carenze, motivo molto spesso di errori o di ritardi nel prestare assistenza?
Perché ci deve scappare il morto e dopo cercare un colpevole, che chissà perché non è mai uno o più della filiera di comando? È troppo semplice prendersela con il singolo medico che va giudicato e punito quando sbaglia per incapacità o per errore suo, ma bisogna metterlo nelle condizioni di non sbagliare.
Cardiologo, dal 2015 al 2020 sindaco di Marsala, già direttore dell'U.O. di Cardiologia dell'Ospedale di Trapani