E’ incredibile pensare che una fetta importante del PIL siciliano, oltre 10mila posti di lavoro tra diretto ed indotto e soprattutto la salute di tantissimi siciliani siano trattati con tanta indifferenza. Parliamo del polo industriale di Priolo e, più in particolare del depuratore di Priolo Gargallo, di proprietà della Regione siciliana.
Il depuratore è stato sequestrato dalla procura di Siracusa nel giugno 2022 e poi, nuovamente, lo scorso mese di novembre, dopo che un decreto del Governo Meloni del 2023 aveva consentito la prosecuzione delle attività per 36 mesi, utili per l’esecuzione dei lavori di adeguamento. Ma, attesa l’inesistenza di qualunque opera di risanamento, la procura di Siracusa ha disposto il nuovo sequestro nel novembre 2024.
La notizia del giorno NON è, come tutti si sarebbero aspettati, l’avvio o, meglio ancora, il completamento delle opere di risanamento, annunciate con la consueta pomposa (e sterile) esultanza dal governatore Schifani già nel giugno del 2024. Niente di tutto questo.
La notizia del giorno è una sentenza della Corte Costituzionale che ha definitivamente dichiarato che il foro competente sulla questione del sequestro è Siracusa e non Roma, come previsto dal decreto Meloni.
Quindi permane il problema sequestro, il dramma dei lavoratori e il disastro ambientale. Anche perché, della Regione siciliana e di Schifani nessuna traccia.
Il disastro del governo regionale siciliano continua.
Ingegnere, professore universitario, già rettore dell'Università di Palermo, nonno. E' stato candidato alla carica di governatore della Regione siciliana nel 2017 con la coalizione di centrosinistra.
Giancarlo Garozzo
Ex Sindaco di Siracusa
Componente della Cabina di Regia di Italia Viva Sicilia
