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TUMORI. A TRAPANI PIU’ DI 3000 ASPETTANO. LA REGIONE ASPETTA. E I SICILIANI?

Il mio amico Pietro Busetta ha intitolato il suo ultimo libro “La rana bollita – perché il Sud non si ribella”, riferendosi a quel diffuso stato di rassegnazione che caratterizza il Mezzogiorno e la Sicilia in particolare. 

Quello stato di rassegnazione che porta tanti siciliani a rinunciare aprioristicamente all’idea del cambiamento, nella convinzione che nulla possa migliorare. E, di conseguenza alla connivenza, alla ricerca di scorciatoie possibili per la soluzione di piccoli e grandi problemi. La ricerca dell’amico, del CAF, del piccolo notabile locale, che risolva il problema: ragion d’essere della clientela, del favore, del voto di scambio.

Non voglio annoiare con elucubrazioni accademiche. Ma è la riflessione che ho fatto guardando a quello che sta succedendo all’ASP di Trapani. I fatti sono ormai noti a tutti.

Più di 3000 referti di esami istologici non evasi, fondamentali per diagnosticare un tumore e quindi per avviare un percorso terapeutico che, non esiste dubbio, ha tanto maggiori possibilità di successo quanto più velocemente viene iniziato. Ritardi nella diagnosi anche di otto mesi. 

Il direttore della ASP, Croce, che, riscontrato il problema nel luglio del 2024, si limita, burocraticamente, a scrivere una PEC all’assessore Volo e al dirigente generale dell’assessorato, Iacolino, che, entrambi, non danno alcun seguito alla sollecitazione. 

Il presidente della Regione, Schifani, che, otto mesi dopo, viene a conoscenza dalla stampa della situazione e, more solito, inizia con il minacciare fuoco e fiamme, chiedendo la testa del direttore dell’ASP nella logica più completa dello scarico delle responsabilità, salvo rallentare precipitosamente dinanzi al muro eretto dallo sponsor politico di Croce, Fratelli d’Italia, area Musumeci-Razza. Schifani attende, cincischia, aspetta il Papa straniero Sbardella, risolutore dei problemi siciliani di Fdi.

Il tutto nonostante le relazioni tecniche delle commissioni a tale scopo istituite e dello stesso nuovo assessore alla Salute, Faraoni, che parlano di evidenti criticità gestionali ed in particolare di una produttività dell’Asp di Trapani molto più bassa della media nazionale. Chi ha guidato finora l’Asp non è all’altezza.

Per inciso, Croce era stato nominato da Schifani direttore generale a Trapani, nonostante le dimostrate perplessità (evidenziate anche da Italia Viva) sul suo curriculum, di fatto consistente nell’essere stato capo di gabinetto dell’allora Assessore Razza.

Ancora una volta il presidente della Regione Schifani mette i giochini politici, gli equilibri della maggioranza davanti alla salute dei siciliani. Nemmeno la vita dei cittadini è per lui sufficiente ad abbandonare i suoi rituali spartitori. Siamo alla perversione istituzionale. 

Cosa dovrebbero fare i tremila siciliani rimasti otto mesi in attesa di un referto determinante per la loro vita? Più in generale, cosa dovrebbero fare tutti i siciliani, alle prese con un presidente ed un governo, inadeguato, incapace, mistificatore, schiavo delle peggiori logiche della spartizione politica del potere, intento soltanto alla sua conservazione? 

Uscire dalla pentola, direbbe Busetta, cacciare una volta per tutte la rassegnazione e con essa questa rovinosa classe politica. Quando?

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Ingegnere, professore universitario, già rettore dell'Università di Palermo, nonno. E' stato candidato alla carica di governatore della Regione siciliana nel 2017 con la coalizione di centrosinistra.

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1 commento

  1. Se non ora quando? Questa storiaccia è indecente, e ancor più lo è il menefreghismo di chi non dà risposte e si trincera dietro un comodo scaricabarile. Dappertutto è così, ma nella sanità si ha a che fare con la vita delle persone e questo non potrà essere tollerato ancora a lungo.

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