C’è una meravigliosa poesia di Emily Dickinson che recita:
“La mente è più vasta del cielo
perché mettila azzurro contro azzurro
e l’una conterrà l’altro e anche te, accanto.
La mente è più profonda del mare
perché mettili blu contro blu
e l’una assorbirà l’altro come una spugna l’acqua in un secchio.
La mente ha giusto il peso di Dio
perché confrontali libbra su libbra
ed essi differiranno tutt’al più come suono da sillaba.”
Sarebbe bello poter pensare che la classe dirigente della Regione Siciliana sia capace di cogliere il senso di questa poesia. La mente umana è straordinariamente potente e dovremmo tutti (almeno cercare di) utilizzarla. Ed è quindi sconfortante – per non dire di più – assistere quotidianamente all’uso palesemente scriteriato delle capacità intellettive (senz’altro presenti in grande misura, non c’è da dubitarne) da parte di chi ha in mano le redini della cosa pubblica regionale.
Non è il caso di ripetere qui le dissennatezze già più volte segnalate nei diversi ambiti in cui si esplica (o si dovrebbe esplicare) l’azione regionale: dallo sfacelo della sanità al ritardo nelle procedure legate al PNNR, dalla illuminante assenza di visione strategica al silenzio assordante in materia di IA e delle sue applicazioni, fino alle nomine dei vertici burocratici regionali, evidentemente ispirate a criteri più che mai veterospartitori.
Ma poiché il sonno della ragione genera mostri ecco che ci tocca assistere ad altre meravigliose performances; questa volta lo scenario è il settore delle società partecipate regionali.
Dal portale della Regione Siciliana (data 9 marzo 2025, sezione amministrazione trasparente, Dipartimento Bilancio e Tesoro, Società partecipate) risultano ben 13 società partecipate (vive ovvero non in liquidazione) che svolgono importantissimi servizi in Sicilia. La scheda di sintesi identifica la denominazione della società, il dipartimento che esercita la vigilanza, le funzioni attribuite e le attività svolte. Per ogni partecipata c’è un rimando ad un’apposita scheda specifica. Purtroppo le schede sono aggiornate al massimo alla data del 5 aprile 2022, mentre l’ultimo risultato di bilancio che compare nelle singole schede risale al 2020. Il che equivale a dire che parliamo della preistoria. Bel modo di rendere trasparenti le informazioni.
La Corte dei conti pare abbia acceso un faro per esaminare più nello specifico l’intero settore delle società partecipate regionali. Con l’auspicio che si faccia piena luce, abbiamo pensato di accendere un lumicino per dare un contributo, sia pur minimo, quanto meno all’auspicabile pubblico dibattito.
Al primo posto dell’elenco compare l’Azienda Siciliana trasporti S.p.A.
Il link che rimanda al sito della partecipata rende subito evidente una notizia invero singolare: l’avviso pubblico del 12/02/2025 nel quale si legge che “la AST SPA al fine di potenziare il proprio autoparco intende acquistare autobus USATI DI OCCASIONE”.
La sorpresa lascia subito il posto alla desolazione e allo sconcerto: non si può fare a meno di ripensare alla poesia di Emily Dickinson e concludere che ci vuole proprio una mente assai originale per decidere di potenziare l’autoparco della società che gestisce il trasporto pubblico con AUTOBUS USATI DI OCCASIONE per garantire ai siciliani un trasporto di qualità e in sicurezza.
Sorge spontanea una domanda: qualcuno, fra Presidente e assessori agli specifici rami, ha mai posto seriamente l’attenzione alla gestione delle partecipate? O sarà piuttosto che per il governo regionale le società partecipate meritano di essere prese in considerazione solo in occasione delle nomine e della misura delle prebende ?
La Servizi Ausiliari Sicilia scpa, considerata “strategica” dalla Regione e guidata da Mario Pantò (già candidato della DC, non eletto alle ultime elezioni per l’ARS), è una specie di pozzo dove si infila di tutto. Forse è il caso di chiedersi se si tratti di iniziative tutte coerenti con la missione della società o siano solo un modo di tamponare con soluzioni estemporanee o “di risulta” problemi che dovrebbero essere affrontati in altra sede.
Il Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia Scpa ha per missione accrescere la competitività del territorio attraverso la ricerca, l’innovazione, il trasferimento tecnologico, la diffusione della cultura della formazione continua e l’attrazione di investimenti. Probabilmente sarebbe utile sapere (e rendere pubblico) il dato sull’operatività specifica, per esempio il numero di brevetti o ricerche per i quali il Parco è stato soggetto determinante o quanti e quali investimenti siano stati attratti grazie alla sua azione. Vogliamo misurare quali ricadute ci sono state sulle imprese ? Sul territorio?
Sicilia Digitale è nata per affiancare la Regione Siciliana nella realizzazione e gestione dei servizi informatici e telematici. Oggi è gestita da Francesco Cascio, già Presidente dell’ARS e attualmente medico in servizio, il che dovrebbe forse dimostrare una certa riconosciuta competenza nella cura degli infermi. Di certo c’è che la società ha speso i soldi dei contribuenti per operazioni immobiliari con l’acquisto della propria sede di via Thaon de Revel pare al costo di 1,8 mln. Era veramente un’operazione indispensabile?
La società Interporti Siciliani è un altro esempio di equilibrata gestione (si fa per dire). Il collegio sindacale, riportano fonti giornalistiche, rileva importanti criticità gestionali e amministrative:
– manca un ufficio amministrativo e contabile;
– non sono stati forniti alcuni libri sociali e contabili obbligatori;
– non si ha certezza delle scritture contabili del 2023 e 2024.
Sarà il caso di capire (per renderne conto ai cittadini siciliani) quali siano state le iniziative eventualmente poste in essere dalla Regione?
La società Siciliacque S.p.A. ha sulle spalle la pesantissima incognita di riscuotere tutti i crediti vantati che assommano a 118 mln. Questi crediti sono vantati prevalentemente nei confronti delle società di gestione d’ambito, i comuni e altri enti pubblici, ma sarebbe interessante sapere e capire se nel bilancio sono stati accantonati prudentemente le poste rettificative dei crediti.
Alcune di queste partecipate hanno importanti disponibilità liquide come la SEUS Scpa (guidata dal meloniano Riccardo Gabriele Castro, candidato – anche lui non eletto – alle ultime elezioni regionali) e l’IRFIS-FinSicilia S.pA. (guidata dall’imprenditrice Iolanda Riolo).
Trattandosi di risorse comunque pubbliche, al di là della connotazione giuridica delle società, i cittadini potrebbero essere piuttosto interessati a conoscerne le modalità di impiego e di utilizzo, auspicatamente improntati ad una sana e oculata gestione.
Per quanto concerne l’IRFIS, risulta che la Procura della Corte dei conti ha aperto un fascicolo per verificare le operazioni che hanno portato la società regionale ad acquistare crediti del valore superiore al milione e mezzo ritenuti inesistenti dagli stessi avvocati dell’azienda.
Sulla stampa è stato dato risalto al fatto che la stessa IRFIS si sia attivata nel tentativo di recuperare questi crediti “fantasma”; si tratta senz’altro di un intento decisamente auspicabile nell’interesse pubblico, ma il tema da sollevare qui è un altro: come sia possibile che la gestione delle risorse pubbliche o comunque di pubblico interesse possa essere improntata alla più ampia libertà di azione con il rischio di esposizione a rischi (fino alla perdita totale del capitale) difficilmente compatibili con i canoni della tanto sbandierata sana e oculata gestione. Ancora una volta, quien sabe?
Mario Mancuso, già dirigente del Monte dei Paschi di Siena, è stato componente del CdA del Fondo nazionale pensione complementare della scuola, componente del consiglio direttivo della CCIAA di Siracusa, dirigente sindacale del settore credito. Artista poliedrico ha curato regie teatrali amatoriali, e partecipato a collettive e mostre personali di pittura. È laureato in Scienze e tecniche Psicologiche.