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HA FALLITO, PRESIDENTE

Lo scorso 5 ottobre, una delegazione di Italia Viva Sicilia, guidata da Davide Faraone, si recò in accappatoio davanti al palazzo del Presidente della Regione Schifani per porre il problema della siccità e dei disagi sofferti dai cittadini e imprese dopo l’avvio delle turnazioni.

Populismo. Inutile allarmismo. Terrorismo psicologico. Ci vorrebbero le manette. Questi furono alcuni dei termini con i quali il Governatore ed un assessore del Comune di Caltanissetta (si, la città dove l’acqua viene distribuita, quando va bene, ogni 6 giorni) definirono la nostra iniziativa.

Due mesi dopo, la crisi è entrata in una fase drammatica, al punto da dividere i cittadini, da determinare uno scontro inedito e drammatico tra i sindaci di 5 comuni dell’ennese e la città di Caltanissetta per contendersi le ultime gocce d’acqua disponibili nell’invaso dell’Ancipa. Era già tutto chiaro dopo l’estate 2023, già da allora dovevano essere programmati gli interventi e non l’estate dopo, quando già l’emergenza era esplosa. Questa è la più grande responsabilità del governatore Renato Schifani, ha dormito per un anno. Oggi la situazione è fuori controllo, ed è destinata a peggiorare quando, tra poche settimane, anche Palermo, se non pioverà copiosamente, si troverà nelle condizioni in cui oggi sono le province di Enna, Caltanissetta, Agrigento. L’acqua arriva nelle abitazioni ogni 7, a volte anche 12 giorni, tantissime imprese hanno dimezzato il loro fatturato e Schifani fischietta come se lui non c’entrasse nulla. 

Certo, il problema della siccità in Sicilia è antico, si giustificano oggi lui e la sua corte. Ma dal 7 maggio, data in cui è stato dichiarato lo stato di emergenza per la siccità, ampiamente fuori tempo massimo, il suo governo ha dimostrato soltanto inefficienza, impreparazione ed approssimazione. Un governo inadeguato ma parolaio, che continua a brancolare nel buio, che ha affrontato la guerra contro la siccità armato di una fionda e da maggio ha attuato solo interventi palliativo, scavando o ampliando qualche pozzo, e cercato affannosamente soluzioni estemporanee. 

Dalle prime pompose affermazioni sulla possibilità di riattivare rapidamente i dissalatori di Gela, Porto Empedocle e Trapani, subito tramontata, alla brillante idea di ricorrere ad una nave cisterna della Marina Militare; dalla genialità di utilizzare i sistemi di dissalazione delle navi da crociera, all’extrema ratio dei dissalatori mobili, che, comunque, sarebbero pronti non prima della prossima estate e per quantità d’acqua irrisorie.

Nulla di concreto, nulla di realizzabile, tutte soluzioni estemporanee e frutto della disperazione e dell’incompetenza. L’unica realtà, oggi, è il tentativo di rastrellare tutte le autobotti disponibili, anche quelle dell’esercito, per riempire i silos che lugubremente cominciano a riempire le piazze dei paesi dell’entroterra siciliano. Il tutto, peraltro, allocando pochissime risorse: si sa, i fondi della Regione devono precipuamente essere destinati alle “esigenze territoriali” dei deputati dell’ARS!

La situazione sta precipitando. E prenda atto, Presidente, che la situazione sta precipitando per gli errori e l’inerzia del suo governo che stanno condannando un’intera regione a sprofondare in una crisi annunciata ed evitabilissima. Ha fallito, Presidente.

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3 Commenti

  1. Già il 9 febbraio 2024 il Governo regionale aveva deliberato lo “lo stato di calamità naturale da siccità severa nell’intero territorio della Regione Siciliana”.
    A maggio la delibera del Governo nazionale.
    Tutto evidenzia come, in questo lasso di tempo, considerevole si è messo mano solo ad interventi di protezione civile e non ad interventi strutturali che servono alla Sicilia.
    C’è anche da dire che alcuni Comuni hanno sfruttato bene le risorse della Protezione Civile per la realizzazione di pozzi e nuove condotte (risorse assegnate in grave ritardo se si pensa che alcuni decreti sono arrivati ai Comuni ad agosto del 2024), mentre altri si sono adagiati sottovalutando il problema.
    Grave, altresì, lo stato comatoso di alcune condotte (penso per esempio a quelle di Sicilia Acque) che hanno contribuito ad uno spreco enorme di acqua in questi mesi/anni.

    • Il vero problema, caro Giandomenico, è che una volta arrivata la pioggia il nostro governo ha pensato che tutto è risolto e che le loro “strategie” hanno funzionato. Vedere Schifani e Cocina sull’elicottero che osservano compiaciuti che con le ultime piogge l’Ancipa si sta riempendo, fa pensare (e temere) che per loro l’emergenza è passata e che tutto resterà come prima. Niente programmazione, niente interventi strutturali, tiriamo a campare…

  2. In Sicilia, sole e acqua di mare non mancano. La sinergia fra queste due risorse, al netto dell’investimento e della manutenzione, potrebbe fornirci la risorsa più importate a costi limitati.

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