Sicilia irredimibile (per colpa dei suoi governanti)
Ogni volta che si parla di Sicilia sui media nazionali, la sofferenza aumenta.
Tema crisi idrica: poco più di un mese fa Gian Antonio Stella sul Corriere, domenica sera Riccardo Iacona, Presa Diretta su Rai3.
Report iniziale sullo stato fatiscente di manutenzione delle dighe (costruite negli anni ‘60 e mai collaudate), sullo stato delle precipitazioni (il Signore delle piogge è stato generoso con la Sicilia orientale, fin troppo, molto meno con quella occidentale), sul livello di riempimento degli invasi, inferiore rispetto all’anno passato, già assai critico, come sappiamo.
Diretta e conseguente la domanda di Iacona al Dirigente Generale dell’assessorato, Cocina: qual è la strategia della Regione per evitare il disastro, tenendo conto dei problemi vissuti nell’estate 2024?
La risposta? La solita, disarmante. Una strategia ben articolata: piccole manutenzioni sulla rete colabrodo, nessuna manutenzione sulle dighe, qualche pozzo (sentire che in totale possono dare 90 litri/secondo fa cadere le braccia…) e il solito coniglio dal cappello: i dissalatori mobili!
Con la ulteriore novità che Cocina parla solo di tre dissalatori, nelle vecchie sedi di Trapani, Porto Empedocle e Gela. Delle due new entry di Palermo, escogitate dall’immaginifico Schifani in project financing con i privati, in poche settimane si sono perse le tracce!
Intanto i mesi passano e l’estate incombe. Almeno l’intervista di Stella si concludeva con un “Auguri”. Il pezzo di Iacona si conclude in un silenzio imbarazzato…siamo a fine aprile e non serve essere ingegneri idraulici per capire che a giugno i dissalatori saranno dove sono adesso: nelle fantasie e nelle mistificazioni di Schifani.
Ma c’è una grande novità. Dopo un mese e mezzo di tira e molla si è finalmente dimesso l’assessore Di Mauro, che sarà sostituito da Francesco Colianni, anch’egli esponente MpA, già vicesindaco di Enna. Possiamo sperare in un colpo d’ali, in un cambio di passo?
E’ subito Schifani a bloccare qualunque speranza: si muoverà di perfetta continuità, il nuovo assessore proseguirà il percorso di attuazione del programma di governo.
Poveri noi.
Rimane soltanto la preghiera. Preghiamo che il Signore della pioggia si ricordi di noi. Perché Schifani, Di Mauro, Cocina hanno dimostrato la loro incapacità, anche in questo campo. Ora arriva Colianni, speriamo che abbia un canale di comunicazione più efficace.
Ingegnere, professore universitario, già rettore dell'Università di Palermo, nonno. E' stato candidato alla carica di governatore della Regione siciliana nel 2017 con la coalizione di centrosinistra.
Sempre peggio! Povera Sicilia
👍
Caro Fabrizio, la Sicilia è la terra dove o nulla cambia o cambia qualcosa ma in peggio.
Si potrebbero utilizzare le parole di Tomasi di Lampedusa trasferendole dalla città di Palermo all’intera Isola. “O mia culla, o città nella quale il mio corpo pargoleggiò, perché tra la ferrigna chiostra dei tuoi monti sei tanto sudicia, triste e disperata?”. Era il 1927, quasi cent’anni fa, ma nulla è cambiato o meglio tutto è peggiorato grazie a chi governa la nostra terra.
Per quanto le parole dell’autore de “Il Gattopardo”, se riferite al momento storico in cui sono state espresse, possano apparire non rispondenti al vero poiché condizionate da una personale e risentita visione della città che gli aveva dato i natali, alla luce di quanto accaduto in oltre mezzo secolo della plurimillenaria storia di Palermo e della Sicilia, esse si ammantano di una impressionante condizione di preveggenza oracolare.
Chiediamoci: oggi è possibile coniare forme aggettivali diverse da quelle utilizzate da Giuseppe Tomasi – “Sudicia, triste e disperata” – ma che, in estrema sintesi, riescano a descrivere l’anima profonda e vera del presente della nostra città e della Sicilia intera?
Ne dubito.