Il 7 aprile 2025 abbiamo assistito alla più strana oscillazione intraday a Wall Street. Nel giro di due minuti i mercati sono passati selvaggiamente dalla crisi alla crescita, con un improvviso aumento di almeno 8 punti percentuali. Il motivo? Le voci sulla sospensione dei dazi (poi verificatasi due giorni dopo) da parte dell’amministrazione Trump per 90 giorni. Una volta smentite le voci, Wall Street è tornata in negativo nel giro di due minuti. La giornata si è chiusa con perdite modeste rispetto al bagno di sangue dei due giorni precedenti.
Ciò ha dimostrato, se non altro, che il recente crollo dei valori azionari è effettivamente causato dai dazi. Qualsiasi economista serio lo aveva già previsto. Tuttavia, ieri abbiamo assistito alla chiara correlazione tra causa ed effetto anche per il vasto pubblico. E cioè che i dazi causano effettivamente danni agli azionisti, alle aziende, al valore sottostante delle azioni, ai consumatori e all’economia nel suo complesso, in tutto il mondo e in particolar modo negli Stati Uniti.
La recessione incombe ancora perché l’amministrazione Trump non si è ancora ricreduta sulla sua politica commerciale folle e dannosa. Le probabilità che si verifichi una recessione aumentano ogni minuto.
Allora, come l’UE e gli altri paesi dovrebbero affrontare i dazi di Trump?
L’unica buona ricetta per annullare i danni causati dai dazi è annullare i dazi stessi. Il modo migliore per affrontare i dazi più alti degli Stati Uniti è, in effetti, abbassarli. Ciò vale sia per gli Stati Uniti che per tutti gli altri paesi del mondo.
Mentre l’opposizione alla politica commerciale di Trump cresce nella società statunitense, negli attori economici e nei repubblicani al Congresso, il resto del mondo ha un’opportunità unica per affrontare i dazi statunitensi abbassando i propri dazi per tutti gli altri paesi del mondo.
I decisori politici dell’UE sembrano esserne consapevoli. Importanti economisti dell’UE, come l’ex primo ministro italiano Mario Draghi, stanno tutti consigliando di implementare accordi commerciali tra paesi non statunitensi ovunque. Certamente, l’UE aumenterà i dazi sulle importazioni statunitensi in alcuni settori e prodotti solo per pure ragioni politiche: per fornire la prova che in caso di escalation, l’UE è pronta a reagire.
Ma i veri benefici arriveranno solo dall’abbassamento dei dazi e dalla conclusione di accordi con tutti i paesi non statunitensi. Nuovi o migliori accordi di libero scambio tra UE e altri blocchi o singoli paesi, avvantaggeranno le economie europee e non europee con un migliore ambiente commerciale ed economico, compensando in parte la politica commerciale autolesionista degli Stati Uniti. Inoltre, metteranno UE e tutti gli altri paesi in una posizione negoziale migliore rispetto agli Stati Uniti.

Gabriele Bonafede
Master in Public Policy and Planning alla facoltà d’economia della Northeastern University di Boston, USA (1993), Gabriele Bonafede è dottore di ricerca in Pianificazione Territoriale (1994). Nel 1996 si è specializzato in Regional Studies in Developing Countries al MIT di Cambridge (USA). Dal 1992 lavora quale economista nell’ambito della cooperazione internazionale, principalmente per progetti e programmi di sviluppo finanziati da UE, GIZ, ADB, EBRD, EEA, SDC e altri donors internazionali.