In una lunga intervista a BlogSicilia, Dafne Musolino ripercorre questi anni della sua carriera politica, dal ruolo di assessore del Comune di Messina, all’approdo in Senato, alla militanza nelle fila di Italia Viva. Soprattutto lancia una prospettiva verso il futuro, soprattutto guardando alle regionali del 2027.
Ne pubblichiamo alcuni tratti, rinviando per la lettura completa al link: https://www.blogsicilia.it/palermo/cateno-de-luca-matteo-renzi-dafne-musolino-italia-viva-sfida-schifani-regionali-2027/1119162/
Una delle grandi battaglie che sta conducendo adesso insieme all’onorevole Faraone è quella sul funzionamento della sanità siciliana.
“Per spiegare che la sanità non funziona basta guardare ai dati delle terapie intensive covid che non sono state realizzate”
Su questo c’è uno scontro sui numeri fra Regione e Corte dei Conti
“Ma la verità è nei fatti, perché se fosse come dice Schifani allora ci sarebbero i posti letto che invece non si vedono. Ci sarebbero le strutture, ci sarebbe l’accesso alle cure. Siccome la situazione è invariata e i problemi sono sempre gli stessi e i siciliani continuano ad andare a curarsi fuori regione, mi pare chiaro che le cose stanno come dice la Corte. I nostri conterranei sono costretti a curarsi fuori perché l’alternativa è aspettare per fare una tac, aspettare per fare una risonanza magnetica, aspettare per avere un referto istologico, aspettare per una operazione, aspettare per avviare le cure oncologiche, chemioterapia e radioterapia eccetera eccetera”.
“Io come chiunque, naturalmente, aspetto quando questi mi è possibile, ma ci sono malattie per le quali questa non è un’opzione. Perché l’altro grande dato è il fatto che molti rinunciano alle cure perché non hanno le risorse economiche. In tutto questo, aggiungo, c’è il grande scandalo dei 60 milioni di euro dati con la legge di bilancio ai deputati per le mancette. Tutti i deputati tranne uno”.
“Per carità, astrattamente può anche essere accettabile ma non lo è in una regione in cui non si realizza il piano sanitario, non si investe nella sanità e si destinano soltanto 5 milioni di euro al fondo povertà quando già le domande sostanzialmente lo hanno esaurito. Allora, se c’erano 60 milioni di euro disponibili, tali da poter essere dati così a pioggia per finalità varie e soprattutto in assenza di qualsiasi controllo e criterio di trasparenza, che è quello che ha contestato anche il MEF, allora si sarebbero dovuti impiegare per finalità di interesse pubblico e condiviso, non utilitaristico”.
Il suo ruolo di senatore permette di raccogliere voti nel territorio?
“Ovviamente è un ruolo che patisce la distanza, anche perché il procedimento di formazione delle leggi è un procedimento lungo, farraginoso e chiaramente questa maggioranza avendo i numeri per potere fare passare i provvedimenti senza bisogno neanche di articolare un confronto con l’opposizione riesce a tenerci in seconda fila. Però piano piano in tanti provvedimenti riusciamo a portare a casa delle cose importanti. Per esempio, per quanto riguarda la sanità, grazie all’azione che abbiamo fatto nella Commissione affari costituzionali, dove sono commissaria io, abbiamo portato nel milleproroghe il fondo per aumentare le possibilità dello screening antirumore per il tumore al seno, per estenderlo sia per la fascia d’età che per la durata degli esami”.
“Non sempre porta voti, certo. Se noi pensiamo che la politica debba essere sempre in qualche modo uno scambio allora ha ragione De Luca quando dice io voglio governare perché se non governo non porto risultati e se non porto risultati non mi merito di essere eletto. Ma la politica è fatta principalmente di idee. Io aderisco a un partito perché mi riconosco in questa sua linea politica e per questa sua linea politica voto quel parlamentare e chiedo a quel parlamentare di essere fedele e leale a questa linea politica”.
“Rivendico, ad esempio, di essere sempre stata contraria all’Autonomia differenziata. Il governo l’ha fatta passare a colpi di maggioranza ma il disegno di legge è stato falcidiato in seguito dalla Consulta. Ne è rimasto sì l’assetto ma il suo contenuto va completamente riscritto. Questo è stato un grande lavoro che hanno fatto anche le opposizioni. La stessa cosa accadrà, per esempio, sul ddl sicurezza che abbiamo votato in Commissione e arriverà in Aula prossimamente. Ci sono determinati articoli che sono davvero in contrapposizione con i nostri principi democratici e la libertà di manifestazione di pensiero, di manifestazione. È inaccettabile! Poi la legge relativa alla possibilità per gli operatori telefonici di dare le SIM agli stranieri solo se in possesso di un valido documento che lo stesso operatore telefonico deve certificare come valido. Come fa un rivenditore a certificare la validità di un documento? Quelli sono accertamenti che competono alla questura quindi anche qui una grande limitazione alla libertà di circolazione delle persone”.
Italia Viva e le elezioni regionali del 2027
Cambiamo tema. Insieme a Davide Faraone fate iniziative frequenti in Sicilia. Sembra che vi stiate preparando per le elezioni regionali
“Facciamo tante iniziative insieme. Adesso si chiude il tour “finì a Schifani” che già nel suo titolo racchiude il senso di quello che vogliamo dire cioè Schifani è il commissario di tutto e il commissario dell’autostrada 19, è il commissario dei rifiuti, è il commissario delle Province perché tutti le Province che saranno chiamate al voto ad aprile, vengono rette da commissari regionali, è il commissario della Sanità perché si è riservato lui la nomina dell’assessore. Insomma, è il commissario di tutto in Sicilia, ma ognuna di queste cose di cui è commissario sembra paralizzata, non si vede alcun miglioramento. L’autostrada A19 è un insieme di restringimenti, salti di corsia. Ventisei cantieri senza, tra l’altro che ci sia un operaio al lavoro. La sanità lasciamo stare è una pagina troppo dolorosa. I rifiuti neanche a parlarne, anche qui una grande occasione perduta. Musumeci finisce la sua stagione come governatore lasciando i project financing. Schifani subentra dicendo non voglio fare i project financing perché voglio che siano impianti pubblici. Ma dopo due anni e mezzo siamo ancora a zero”.
Un programma di Italia Viva per la Regione nel 2027
“Con le dighe siamo fermi, con i rifiuti siamo fermi, con le autostrade siamo fermi, con il trasporto ferroviario siamo fermi. E non credo sia un caso che a Palermo sia arrivato il Vicepresidente della Commissione Europea Fitto, secondo me per rinegoziare le scadenze per l’uso del Fondo di sviluppo e coesione e dei fondi regionali. Questo perché dopo due anni e mezzo ancora non si è speso nulla”.
“Potremmo continuare con la siccità e chissà quanti altri temi. Alla luce di tutto ciò bisogna prepararsi per il 2027. Sicuramente noi avremo un programma specifico di Italia viva per la Regione Siciliana e sono convinta, perché la storia lo dimostra, i siciliani vogliono una persona capace è una soprattutto una persona che abbia le mani libere da altri interessi per governare la Sicilia: evidentemente il tempo è maturo per fare una scelta importante e abbandonare vecchi sistemi politici”.