Tra qualche giorno è l’8 Marzo “Giornata internazionale dei diritti delle Donne”: ormai da decenni è la giornata nella quale istituzioni e società civile spendono fiumi di parole sulla questione femminile solo perché…si deve fare!
In questa giornata verranno messi al centro del dibattito i dati sull’occupazione femminile, sulla bassa natalità, sulla bassa presenza delle donne nelle istituzioni, sul gender gap, sulla violenza di genere. Trascorso l’8 marzo, i riflettori si spegneranno e…di queste questioni ne riparliamo il prossimo anno con dati sempre più scoraggianti!
Il tasso di occupazione femminile nel nostro Paese è all’ultimo posto in Europa, ed è una delle cause della debolezza della nostra economia.
In Italia, al Nord solo una donna su due di età compresa tra i 20 e i 64 anni lavora, al Sud, Sicilia compresa, solo una donna su tre. Alla base dei ritardi sul lavoro femminile ci sono i divari infrastrutturali del Mezzogiorno, dalla rete ferroviaria e autostradale, per arrivare agli ospedali, all’edilizia scolastica, agli asili nido, ai servizi dell’infanzia.
Il 2023 ha segnato il record storico di calo delle nascite in Italia che sono scese a 379mila da 393mila dell’anno precedente. Nell’arco di 15 anni le nascite sono diminuite di oltre 200mila unità, oltre un terzo in meno rispetto alla fine degli anni 2000. Il tasso di natalità è in calo nel 72% dei comuni siciliani, in 6 comuni su 10 è inferiore alla media nazionale, a dirlo è l’ISTAT. Di conseguenza la popolazione residente nell’isola diminuisce, e la diminuzione è anche frutto dei valori negativi del saldo naturale e di quello migratorio interno. I nostri giovani abbandonano l’isola verso il Nord e l’estero, dinamica sempre crescente che pone di anno in anno una più alta ipoteca sul nostro futuro.
Al Sud più che al Nord è necessario aumentare nel territorio i servizi per l’assistenza dei bambini da zero a tre anni e per gli anziani: senza un’offerta adeguata di asili nido, le donne non lavorano e quelle che lavorano, sempre secondo l’Istat, spendono quasi tre ore in più degli uomini nelle attività domestiche e di cura.
A questo scopo, per superare i divari territoriali e di genere, il PNRR prevedeva la realizzazione di asili nido per 264 mila posti in più: il governo Meloni, prima premier italiana donna!!!, lo ha prontamente ridimensionato a 150 mila posti con la rimodulazione del piano chiesta a Bruxelles.
La poca attenzione da parte della classe politica, al lavoro femminile, alla presenza delle donne nelle istituzioni, alla tutela delle donne vittime di violenza, e a tutto ciò che riguarda la piena attuazione dei diritti delle donne, rivela, ad esser buoni, una mancanza di visione di insieme, nei fatti l’indifferenza, fatta di assenza di qualunque strategia a medio e lungo termine.
Le donne senza occupazione, per certa politica servono e tali devono restare perché sostituiscono il mal funzionamento del nostro sistema di welfare, agiscono da ammortizzatori sociali. Poter continuare a fare affidamento a risorse gratis, rende l’incremento della presenza femminile sul mercato del lavoro una priorità solo a parole.
L’economia siciliana si avvita sempre di più in un circolo vizioso: con meno donne al lavoro si produce meno ricchezza; minori sono le risorse da distribuire; aumentano le disuguaglianze… come uscire da questo imbuto senza fondo? Non certo con il Governo Schifani!
Anche su questi temi, “FINI’ A SCHIFANI” come sta denunciando Italia Viva Sicilia nel corso delle iniziative che si stanno svolgendo sull’intero territorio siciliano.
Commercialista e Revisore legale. Per oltre 30 anni impegnata nell’associazionismo d’impresa e, dal delitto di Libero Grassi, nell’associazionismo antiracket e antiusura. Vicepresidente Comitato Pari Opportunità ODCEC di Palermo. Componente di Giunta della Camera di Commercio di Palermo-Enna per due mandati e componente del Consiglio Camerale per quattro mandati fino al 2023. Responsabile Pari Opportunità di Italia Viva Sicilia