Caro Fabrizio, ho letto, con l’interesse di sempre, il tuo editoriale sulla crisi dell’industria. L’ho letto con particolare gusto, essendo i punti principali ben sovrapponibili a quanto ho scritto, sullo stesso tema, nel mio blog SE E’ COSÌ (https://www.giovannipepi.it/).
Mi sono pure imbattuto, in questi giorni, in un dato molto eloquente pubblicato sul Mondo Economico, che scrive: “L’innovazione e il PIL hanno un legame strategico e molto stretto. L’innovazione è un motore chiave per l’economia e contribuisce in modo diretto e indiretto alla formazione del PIL. L’Italia investe l’1,33% del PIL (27,3 miliardi di euro nel 2022 con un incremento del 5% rispetto all’anno precedente) in ricerca e sviluppo (R&S) contro una media UE del 2,3% – l’UE si è data come obiettivo il 3% entro il 2030 – e molto meno rispetto a Paesi come Germania (3,13%) e Francia (2,18%).“
Chiaro? Abbiamo alle spalle qualche buona annata su Turismo e Servizi ma quanto a industria, industria manifatturiera in primo luogo, siamo in coda. Aziende e governo spendono poco, molto meno degli altri, per innovare e far crescere le imprese.
Questo è avvenuto nel tempo. Non posso non ripetere oggi quanto tu sai meglio. Se non c’è crescita dell’industria non c’è crescita dell’Italia. Aggiungo, per riprendere il giusto richiamo che tu fai al Sud e alla Sicilia, che non c’è crescita nell’uno e nell’altro fronte se, anche qui, non cresce l’industria.
Ma dobbiamo chiederci, non credi?, sei noi opposizione a questo governo abbiamo le carte in regola nella politica per l’industria. Certo, noi di Italia Viva le abbiamo. Le riforme dei governi Renzi e Gentiloni hanno condotto in porto riforme importanti. Ed i risultati si sono visti. Ma deve essere o no questo il punto centrale e forte di una alleanza del centro sinistra?
Dobbiamo o no chiedere ai nostri potenziali partners quale strategia concordare perché l’industria sia, a Sud e a Nord, il motore principale della produzione? Perché, come ci ricordava Barack Obama, nessuno ha inventato finora di meglio per produrre ricchezza.
Se senza industria non c’è crescita, e non c’e’, non ci saranno le risorse che servono per soddisfare i diritti sociali che saranno sempre più pressanti. Paolo Gentiloni poneva la questione in termini semplici e chiari.
C’è una frenata dell’industria, vogliamo parlarne? Appunto vogliamo parlarne.

Giovanni Pepi
Giovanni Pepi è giornalista e fotografo. Da giornalista ha ha diretto per 34 anni il Giornale di Sicilia come Condirettore responsabile con Antonio Ardizzone, direttore ed editore. E’ stato i fondatori di Tgs, di Rgs e del sito gds.it. Come fotografo ha esposto, tra l’altro, al Vittoriano di Roma, al Loggiato di San Bartolomeo di Palermo, all’ex convento dei Filippini di Agrigento. L’Assemblea Regionale Siciliana gli ha dedicato una mostra antologica. Ha creato e gestisce SE E’ COSI’, blog di politica e fotografia (https://www.giovannipepi.it/)