Dove sono la Meloni ed il ministro delle imprese e del made in Italy, Urso? Continua la nostra presidente del consiglio a giocare a nascondino dopo la questione del criminale, pardon, del generale libico?
Perché il silenzio del governo è inammissibile dinanzi ai dati ISTAT sul crollo ormai inarrestabile della produzione industriale. Ventitré mesi consecutivi di calo, -3,5% su base annua nel 2024 rispetto all’anno precedente, secondo arretramento annuo consecutivo dopo il -2% del 2023. Guardando al solo mese di dicembre, crollo del 7,1% a rispetto al corrispondente mese del 2023.
Tutti i settori in calo tranne l’alimentare. Alcuni in crollo verticale, dalla produzione di auto, al tessile-abbigliamento alla produzione di macchinari.
Certamente sono tante le cause. Dell’auto si è detto tantissimo, con la crisi Stellantis, le incertezze sul processo di elettrificazione del settore, le decisioni avventate della Commissione europea. Sull’abbigliamento pesa il rallentamento del mercato cinese. Molto dipende dalla recessione della Germania, verso la quale tradizionalmente si orienta il nostro export nel settore della componentistica.
Su tutto, poi incombe il costo dell’energia, incredibilmente alto e molto penalizzante rispetto alla concorrenza con gli altri paesi europei, dalla Spagna alla Polonia. Ancora, non possono essere trascurate le incertezze nella transizione digitale e l’assenza di efficaci strumenti a sostegno dell’innovazione.
Insomma, il quadro è certamente complesso e diventa ancora più fosco nella preoccupazione dei dazi targati Trump sui prodotti europei, sia direttamente che indirettamente. Perché, se anche in virtù dei tanto decantati rapporti privilegiati Meloni-Misk-Trump, il parmigiano ed il prosecco venissero esentati, i dazi sulle auto tedesche inevitabilmente si ripercuoterebbero sulla nostra componentistica…
Ci aspetteremmo una presa di posizione del ministro o della presidente su questi temi. Magari un accenno di politica industriale, non osiamo pensare ad una riedizione di un programma Industria 4.0 di renziana memoria. Ma su queste cose il governo non si impegna, preso com’è dai litigi con la magistratura per la separazione delle carriere, sempre di più strumento di distrazione delle masse.
E, attenzione, la crisi colpisce anche il fragilissimo tessuto industriale siciliano, anche nei pochi punti di eccellenza. È di questi giorni la notizia della richiesta di due settimane di cassa integrazione per 2500 dipendenti della STMicroelectronics, anche in questo caso riconducibile al rallentamento dell’automotive. Notizia relegata alle pagine interne, quasi dimenticata: già, vogliamo mettere l’importanza di questo tema rispetto alle beghe nella maggioranza per le direzioni generali degli assessorati?
Ingegnere, professore universitario, già rettore dell'Università di Palermo, nonno. E' stato candidato alla carica di governatore della Regione siciliana nel 2017 con la coalizione di centrosinistra.