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ZES: LA REGIONE STANZIA 17 MILIONI. PER LE IMPRESE O PER NUOVE SAGRE?

La (buona) notizia è che il governo regionale sta lavorando ad una proposta di “Aree a burocrazia semplificata e a legalità controllata”. Una articolata perifrasi per indicare la possibilità di individuare aree geografiche nel territorio siciliano che possano usufruire di procedure amministrative semplificate e a prova di infiltrazioni criminali per la realizzazione di nuovi siti produttivi.

Ma andiamo con ordine. Già dagli inizi degli anni 2000 molti porti del mediterraneo offrivano zone franche doganali ai fini fiscali per le merci in transito. L’obiettivo era quello di attrarre attività commerciali e promuovere lo sviluppo economico. In Italia, dopo le esperienze della Cassa per il Mezzogiorno degli anni’60, con un DPCM del 2018 furono istituite 8 Zone Economiche Speciali in altrettante regioni individuate secondo la normativa europea come “meno sviluppate”. 

Al loro interno le imprese già operanti o di nuovo insediamento potevano giovare di condizioni fiscali, amministrative e doganali favorevoli per attrarre investimenti. La stessa norma imponeva l’obbligo di includere almeno un porto della rete transeuropea proprio per valorizzare il ruolo dei porti del sud. Nei fatti si intendeva copiare un modello sperimentato con successo in Cina: zone agevolate fiscalmente ed amministrativamente, sicure rispetto a potenziali infiltrazioni malavitose, ben ubicate dal punto di vista dei trasporti.

Nacquero così in Sicilia due ZES, Sicilia Orientale e Sicilia Occidentale. In realtà di soldi non ne arrivarono o ne arrivarono molto pochi e, a parte pochi investimenti in Campania, le ZES non ebbero un grande successo. Nel 2024 Governo nazionale si è determinato a creare una ZES unica per il Mezzogiorno che comprendesse le 8 ZES regionali con l’obiettivo di superare la frammentazione delle ZES locali, applicando agevolazioni fiscali uniformi sull’intero territorio. In tal modo, però, si è contraddetto il principio ispiratore della ZES, che è quello di attirare nuovi investimenti da altre regioni, in virtù dei vantaggi fiscali, amministrativi e doganali, preferendo un blando sostegno a pioggia per tutte le imprese, incluse quelle già operanti sul territorio. 

La nuova norma nazionale prevede la possibilità di ulteriori ed addizionali interventi da parte della Regione, e sembra sia proprio questa l’intenzione della Giunta regionale che intende erogare finanziamenti alle imprese che dovessero sorgere all’interno delle ZES regionali, con un (modesto) stanziamento di 17 milioni.

Supererà questa (buona) intenzione le forche caudine dei famelici deputati regionali? O i 17 milioni saranno distratti, come al solito, per finanziare sagre e prebende varie utili per le solite clientele? Noi vigileremo, ma intanto cominciamo a chiedere come si intende usare questo importo, non elevato ma comunque utile per le imprese. Frammentare lo stanziamento in molti siti differenti sarebbe la premessa di un fallimento. 

Tra i siti potenziali merita particolare attenzione l’Interporto di Termini Imerese. Ormai da decenni è presente un progetto per la realizzazione di un interporto nell’Area Industriale di Termini Imerese, oggetto di uno studio recente che ne ha confermato la validità (la Sicilia dispone attualmente di un solo interporto a Catania). 

L’area su cui dovrebbe sorgere è a ridosso delle due reti TEN-T stradale e ferroviaria ed è ubicata nelle immediate prossimità del porto di Termini Imerese, oggi oggetto di importanti investimenti infrastrutturali che ne aumenteranno considerevolmente l’operatività. Investire su questo sito potrebbe essere il segno di una precisa volontà politica di confermare quanto già da tempo ribadito in tutti i documenti di pianificazione regionale dei trasporti ed avviare un Partenariato tra il settore pubblico e quello privato per la realizzazione di infrastrutture moderne volte alla creazione di occupazione e sviluppo economico in un territorio che merita un percorso di reindustrializzazione.

Giuseppe Salvo
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Docente di Ingegneria dei Trasporti presso l'Università di Palermo, con oltre 25 anni di esperienza nella ricerca e nell'insegnamento nei settori della mobilità sostenibile e della pianificazione dei trasporti. Ha collaborato a numerosi progetti di ricerca nazionali ed internazionali sul miglioramento dei sistemi di trasporto pubblico. Il suo interesse principale riguarda l'analisi e la progettazione di soluzioni innovative per la mobilità sostenibile nel trasporto passeggeri e merci.

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1 commento

  1. Importante soluzione per il rilancio del porto e della città di Termini Imprese, da tanti anni l’economia incompiuta.

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