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L’USURA NEL SUD AIUTA LA MAFIA MA IN SICILIA SI E’ QUASI INERTI

Il Fondo è gestito dal Dipartimento del Tesoro tramite i Confidi, le Fondazioni e le Associazioni che in tal modo riescono ad arrivare capillarmente in aiuto di soggetti deboli che altrimenti potrebbero rivolgersi agli usurai.

Come evidenziato dalla Corte dei conti “l’usura è diffusa in tutta Italia ma nel Mezzogiorno, spesso è gestita dalla criminalità̀ organizzata, che utilizza il prestito usurario per riciclare il denaro ed estendere il proprio controllo sul tessuto economico.” 

Per quanto riguarda le realtà̀ imprenditoriali, il fenomeno è agevolato dalla capacità degli appartenenti a sodalizi criminali di offrire denaro a soggetti che non riescono ad accedere al credito legale. Da qui l’impiego dell’usura quale grimaldello per entrare nel mondo economico: dall’immissione di soldi sporchi nell’economia legale all’esproprio delle imprese, poi utilizzate, a loro volta, per fare riciclaggio e clientela.

Davanti a questo quadro preoccupante, aggravato dalla contingente crisi economica che vive soprattutto il commercio, la politica in genere, e quella Siciliana in particolare, resta assente sebbene sollecitata ad intervenire da alcune associazioni di Categoria sul problema della diffusione del sistema dell’usura e delle difficoltà a contrastarlo. 

Tuttavia, i risultati prodotti dall’attuale sistema non sono ancora sufficienti specialmente in Sicilia dove negli ultimi due anni sono arrivati circa 500.000€ a fronte degli oltre trenta milioni disponibili. Il punto critico è che l’erogazione delle somme avviene tramite le Fondazioni riconosciute, per i privati, e attraverso i Consorzi Fidi per le imprese.

In Sicilia le Fondazioni riconosciute sono due, mentre i Consorzi di garanzia presenti nell’elenco del Ministero del tesoro sono 4, ma in realtà solo uno ha operato nel 2024.

La Regione dovrebbe intervenire su almeno due fronti. Sollecitare la partecipazione al Fondo antiusura nazionale dei Consorzi Fidi che operano in Sicilia, magari contribuendo ai costi aggiuntivi sostenuti dagli stessi, e/o creando un fondo di rotazione che eroghi, sul modello del microcredito, dei finanziamenti sino a 10.000€ per le imprese che si trovano in difficoltà finanziarie.

Giovanni Felice
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Dal 1984 al 2012 ha rivestito ruoli apicali in Confesercenti: Presidente provinciale e regionale, Vicepresidente nazionale. Nel 2012 ha fondato l’associazione Liberimpresa che poi ha aderito a Confimprese Italia. Attualmente è Presidente di Confimprese Palermo, Coordinatore Regionale per la Sicilia e vicepresidente vicario Nazionale. Ha ricoperto ruoli in diverse commissioni Comunali aventi per oggetto il Commercio. Ha fatto parte dell’osservatorio Regionale per il Commercio e della Giunta Camerale di Palermo ed Enna.

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