Inizia un nuovo anno. Vogliamo provare a fare andare le cose un po’ meglio rispetto al 2024? Vogliamo valutare cosa non è andato per il verso giusto? Questo è il momento dell’analisi degli errori, per pianificare al meglio le azioni da mettere in campo per il nuovo anno ed impegnarsi alla loro realizzazione. Impegni, appunto, non proclami.
Ed il 2024 non è andato proprio bene per i trasporti siciliani. Criticità, emergenze, iniziative mal coordinate hanno riempito non solo le cronache quotidiane, ma hanno fortemente condizionato la domanda di mobilità dei siciliani. E nessun sistema di trasporto è stato risparmiato. Dal trasporto aereo, di cui ricordiamo il recidivo “caro voli” che ha pesato sui siciliani e sul turismo già dallo scorso anno, al trasporto stradale con una rete autostradale perennemente oggetto di cantieri (chi ha mai percorso l’autostrada PA-CT senza interruzioni??) e che vede la rete secondaria di competenza regionale ormai impraticabile, sebbene costituisca l’unica possibilità di accesso per centinaia di comuni. Dalla rete ferroviaria oggetto di importanti investimenti, ma che necessitano di tempi di realizzazione altrettanto lunghi, al trasporto marittimo dove i ritardi nella firma dell’estensione della convenzione nazionale per la continuità territoriale hanno visto sopprimere le corse integrative con le isole minori e messo in crisi il turismo a stagione turistica avviata.
I frequenti aggiornamenti su progetti di nuovi aeroporti nel messinese ed in provincia di Agrigento devono farci riflettere sulle difficoltà di accessibilità che quei territori vivono e che vedono solo sul trasporto aereo la loro unica soluzione. Volutamente taccio sui continui rinvii del reale inizio dei lavori del “ponte” se non fosse per il cofinanziamento imposto alle due regioni di Sicilia e Calabria che, di fatto, ci sottrae importanti risorse economiche.
Un anno in cui anche madre natura ci ha messo del suo, con una eccezionale attività vulcanica dell’Etna che ha messo in profonda crisi non solo l’aeroporto di Catania ma tutti gli aeroporti siciliani, mettendo ogni giorno in evidenza la carenza di una resilienza di un sistema aeroportuale regionale. E, a detta dei vulcanologi, l’attività parossisitica non è da considerarsi eccezionale.
Poche e mal raccontate constatazioni che hanno il comune denominatore nell’assenza di una pianificazione di breve e medio termine lamentata con preoccupazione da tutte le forze economiche sociali della nostra isola. Constatazioni che porterebbero ad un rassegnato giudizio negativo sull’operato del governo regionale.
Ma la rassegnazione non può appartenerci, deve lasciar spazio agli impegni.
L’impegno che si avvii subito un tavolo tecnico con le compagnie aeree per scongiurare il folle aumento di prezzi già dal prossimo ponte pasquale senza dover ricorrere a soluzioni imbarazzanti. L’impegno che dopo l’entusiasmo di 9 milioni di passeggeri registrato per il 2024 dall’aeroporto di Palermo, si faccia una analisi dettagliata delle esigenze di mobilità dei siciliani che vedono nell’aereo l’unico vettore possibile.
L’impegno a mettere in campo tutte le azioni possibili, anche nazionali, perché le due principali città metropolitane della Sicilia non distino, temporalmente, più del tempo necessario per la tratta Roma-Parigi.
L’impegno ad ascoltare gli accorati appelli di Sindaci ed Amministratori su inderogabili interventi di manutenzione programmata sulla rete stradale e non per tamponare una emergenza occasionale che, stante le condizioni generali, di occasionale non ha più nulla.
L’impegno a “fare rete” tra porti ed aeroporti a vantaggio di un turismo destagionalizzato, ma anche a rafforzare la naturale vocazione logistica della Sicilia, sottrattale dai porti turchi, greci e del nord Africa.
L’impegno a che non esista un “ponte” di destra ed una ferrovia di sinistra, ma che finalmente si arrivi ad un’idea condivisa: infrastrutture ed i servizi per la mobilità sono essenziali per evitare la desertificazione sociale della nostra regione.
Docente di Ingegneria dei Trasporti presso l'Università di Palermo, con oltre 25 anni di esperienza nella ricerca e nell'insegnamento nei settori della mobilità sostenibile e della pianificazione dei trasporti. Ha collaborato a numerosi progetti di ricerca nazionali ed internazionali sul miglioramento dei sistemi di trasporto pubblico. Il suo interesse principale riguarda l'analisi e la progettazione di soluzioni innovative per la mobilità sostenibile nel trasporto passeggeri e merci.