La penso esattamente come Pietrangelo Buttafuoco, siciliano e intellettuale di destra, quindi culturalmente lontano da me, ma persona che stimo molto per le sue capacità e per la sua onestà intellettuale: va commissariata la gestione di Agrigento Capitale della cultura per salvare quello che può ancora essere un’occasione storica per la città e per la Sicilia. Siamo ancora in tempo. I disastri finora inanellati possono essere benissimo sintetizzati nel grande cartello stradale per «la strada degli scrittori» dedicata a «I luoghi di Luigi Pirandello» dove alla prima riga c’era l’indicazione «Valle “di” Templi», alla quarta «Casa Pirandello “contrata” Caos e non “Kaos”.»
Ma il cartello è solo il manifesto del disastro, non è stata sistemata una strada, uno svincolo, un marciapiede, una fontana, non c’è uno straccio di programma per l’annata. A pochi giorni dalla fine dell’anno il Comune di Agrigento ha poi adottato un nuovo logo per l’evento “Agrigento 2025 Capitale Italiana della Cultura” abbandonando in extremis il precedente Telamone stilizzato che sosteneva Agrigento raffigurante i quattro elementi, Fuoco Aria, Terra e Acqua, che rappresentano il focus del dossier con il quale la città è stata proclamata dal Ministero del Beni Culturali “Capitale Italiana della Cultura 2025”. Lo stesso Telamone presentato l’anno scorso e come ricorda Gianantonio Stella, «criticatissimo da larga parte degli archeologi, da Salvatore Settis ad Adriano La Regina: come ha potuto la “Capitale italiana della cultura” spendere mezzo milione di euro per costruire di sana pianta una specie di grande Telamone-Frankenstein mettendo insieme oltre novanta pezzi di otto telamoni diversi violando tutte le regole del buon restauro?».
Mancano pochi giorni alla visita del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ad Agrigento. Credo che il miglior modo per accoglierlo sia cacciare coloro che hanno massacrato Agrigento con la loro cattiva gestione e far gestire un evento storico per la città e la Sicilia a chi ne abbia le capacità.
Presidente Fondazione Italiana Autismo (FIA). Presidente del gruppo Italia Viva - Il Centro - Renew Europe alla Camera dei Deputati.
La gestione di Agrigento Capitale della Cultura 2025 sarà sicuramente disastrosa e bisogna fare qualcosa per salvare quello che può ancora essere un’occasione storica per la città e per la Sicilia. Ma siamo sicuri che, nella Sicilia dei Commissariamenti, chiedere un nuovo commissario sia la cosa giusta, come si fa ogni volta che c’è un problema? Siamo davvero convinti che un commissario scelto dal governo Meloni o dal Ministro Giuli (i soldi vengono da lì) farebbe meglio? O non sarebbe, invece, più utile cercare di supportare le istituzioni locali che ne hanno la responsabilità?
Il cartello stradale con le indicazioni sbagliate, poi, è significativo solo dell’ignoranza degli addetti dell’Anas, che continuano a scrivere Caltanissetta con una sola esse.
Il telamone messo in piedi non è un’idea particolarmente geniale e, probabilmente, sarà costato anche troppo, ma vederlo accanto all’immagine del Tempio di Zeus, di cui faceva parte, fa percepire quanto doveva essere alto il tempio e ciò è emozionante e, se è vero che il numero dei visitatori è salito del 25 per cento, significa che a qualcosa è servito.
Era abbastanza prevedibile, inoltre, che la gran parte degli archeologi esprimesse delle critiche, come è successo fin dal 1959 con l’anastilosi del tempio E di Selinunte o con le più recenti polemiche sulla proposta di Sgarbi di ricostruire il tempio G, ma questo attiene alla disciplina dell’archeologia che da sempre privilegia i finanziamenti finalizzati agli scavi, e alla conservazione degli stessi, più che il loro utilizzo per scopi scenografici o turistici.
Per quanto riguarda Gian Antonio Stella, storico alfiere dell’antipolitica, infine, sono personalmente convinto che farà notizia solo quando si troverà qualcosa che gli va a genio, soprattutto se si trova nel sud dell’Italia, come fa notizia l’uomo che morde il cane e non viceversa.
Tutta questa vicenda, però, a mio avviso, potrebbe essere l’occasione per aprire una riflessione su una questione di cui nessuno si scandalizza e cioè che in Sicilia (e solo in Sicilia) è possibile che un agronomo (per quanto di buona volontà e di buone capacità organizzative) possa fare il direttore di una delle più importanti aree archeologiche d’Europa, oppure che un esperto di beni archivistici e librari, oppure un semplice dirigente amministrativo, possa fare il Soprintendente ed emettere pareri e porre vincoli su monumenti. Ciò accade perché la Legge 80 del 1977, sulla base dell’unicità del sapere, ha istituito le soprintendenze unificate equiparando le competenze, con la figura del sovrintendente coordinatore delle competenze altrui. Discutere di questo su un blog è impossibile, ma sarebbe utile trovare un luogo per poterlo fare.
Grazie per le tue riflessioni, Francesco. Molto interessante lo spunto sulla nomina dei Soprintendenti. Se non ricordo male, in Sicilia vige la regola che i Direttori dei Musei non vengono selezionati tramite concorso, come avviene a livello nazionale nel resto d’Italia, ma devono obbligatoriamente essere dirigenti regionali. Questo aspetto, insieme all’estrazione culturale, costituisce certamente un elemento sul quale intervenire.