Commento di PIETRO MASSIMO BUSETTA
Senza ritegno! Ancor più considerando che si tratta di una pratica consolidata. All’Assemblea Regionale Siciliana, ogni anno per abbattere l’ostruzionismo e fare approvare la finanziaria, si realizza un autentico meccanismo di voto di scambio. Tanto che il Giornale di Sicilia intitola “la finanziaria delle prebende”, mentre Repubblica Palermo non si stupisce più di tanto e intitola “la danza dei contributi nell’ultima notte della finanziaria”.
Il tema, invece, va trattato, dal momento che sono messi in discussione gli stessi principi della democrazia. Il meccanismo è semplice: la finanziaria è una legge che ha in sé tutta una serie di contributi e di azioni che riguardano il bene comune, che, ovviamente, dovrebbe essere l’obiettivo dei parlamentari siciliani. Ma questo consesso nei fatti ricatta il Governo e minaccia la possibilità che non si abbiano i voti sufficienti per fare passare la manovra.
Ed ecco la soluzione, come la descrive Accursio Sabella su Repubblica Palermo: “Tutti d’accordo, nonostante le apparenze, per dividersi i circa 80 milioni dei cosiddetti “contributi territoriali” confluiti nel maxiemendamento: 70 per cento alla coalizione di centrodestra, 30 per cento messo a disposizione degli altri (cioè Pd, M5S e Sud chiama Nord) con l’unica eccezione di Ismaele La Vardera che ha rifiutato pubblicamente anche il plafond di circa un milione a parlamentare, sminuzzato in mance a volte microscopiche, per la promozione del territorio, il marketing, le feste patronali. In molti casi anche mini-contributi da 25 mila euro a questo o a quel Comune amico. Ovvero al collegio elettorale sul quale il deputato fa piovere i soldi”.
Un autentico finanziamento al singolo deputato, che, visto lo scandalo Auteri, non viene dato come in precedenza ad associazioni, ma a Comuni amici. Evidentemente sarà il deputato a dare indicazioni su come spendere quei soldi per farli arrivare ai clientes.
E, sul Giornale di Sicilia, Giacinto Pipitone aggiunge: “A ogni deputato 1,4 milioni. Tanti ne sono serviti per finanziare gli emendamenti dei deputati, sia di maggioranza che di opposizione. Ed essendo i parlamentari 70, la media matematica indica che a ognuno di essi è andato un budget di un milione e 420mila euro.”
La cosa davvero incredibile è che tutto ciò accade nell’indifferenza generale del popolo siciliano. Che non protesta, che accetta passivamente questo sistema. Che non lo condanna alle elezioni. In tale atteggiamento è la differenza tra le realtà a sviluppo compiuto, nelle quali il controllo della società civile funziona, e quello delle società a sviluppo ritardato, dove una classe dominante estrattiva può agire indisturbata per gestire il patrimonio di consenso che diventa un fatto privato.