Da piccolo sono stato abituato a scrivere la lettera a Gesù Bambino in occasione del Natale. La mia, come tante di quelle di un tempo ormai lontano, è sempre stata una famiglia cristiana, Babbo Natale è stato più un accessorio nelle feste natalizie.
Il pezzo forte era il bambinello, sacralmente posto al ritorno della Veglia nel presepe fatto in casa su vecchie cassette della frutta, muschio, sughero e carta stellata. Insomma, tutto quello che volevo cominciava con quel “Caro Gesù Bambino…”
Caro Gesù Bambino, torno a scriverti dopo tanti anni, forse perché ormai siamo così in confidenza che non aspetto più Natale per chiederti qualcosa.
Vorrei chiederti la pace nel mondo come facevo da piccolo, ma mi rendo, conto ora che sono grande, che è più complicato e che gli uomini hanno interessi diversi dai tuoi. E poi, chi parla più di pace? Quando capiremo che prima del diritto alla difesa, all’attacco, c’è il diritto alla pace?
Mi hanno insegnato che le parole sono importanti, ma a che serve chiamarlo genocidio, sterminio, occupazione…per molti paesi, tra quelli che contano nello scenario geopolitico, quei morti, soprattutto bambini, non avranno mai un nome. Tu li conosci, tu li hai chiamati per nome, tu gli hai dato la vita e noi gliel’abbiamo tolta. Per questo non mi resta che chiederti di perdonarci per la nostra indifferenza.
Vorrei chiederti di trascorrere questo Natale in famiglia, con i miei. Alcuni però sono rimasti lontani da casa anche quest’anno perché studenti e lavoratori fuori sede e non avevano i soldi necessari per prendere un aereo. Ho sempre saputo che era difficile partire, ma non immaginavo che lo sarebbe stato di più tornare. Ci siederemo a tavola con quelle sedie vuote, ci accontenteremo di una videochiamata e ci consoleremo mettendo nel piatto le solite promesse di chi amministra la cosa pubblica e tanti soldi spesi per eventi natalizi privi di anima e cultura.
Per questo non mi resta che chiederti un po’ di dignità per chi ci governa, si, Signore, fagliela trovare sulle loro tavole imbandite, quelle dove non manca nessuno perché tra stipendi, aumenti e diarie non sarà mica un problema far tornare a casa un figlio.
Un’ultima cosa vorrei chiederti. Dopo l’inasprimento delle sanzioni del Codice della strada, fa che sulle nostre tavole di Natale ci sia solo l’acqua. Ah, vero, dimenticavo, le nostre riserve sono esaurite, le condotte malconce e dobbiamo attendere le autobotti o la trivellazione di nuovi pozzi. A causa della crisi idrica tanti allevatori hanno portato al macello i loro animali, tante terre sono rimaste incolte, tante attività commerciali hanno chiuso, ma a noi, la Vigilia di Natale, rimarrà la consolazione del concerto del Volo nella Valle dei Templi di Agrigento.
Per questo non mi resta che chiederti di darci un udito fine per poter carpire non tanto le note della musica celestiale, quanto il grido accorato e disperato che si leva dalla nostra terra di Sicilia.
Caro Gesù Bambino, prima di addormentarmi voglio avanzare un’ultima richiesta: se proprio non puoi darmi tutto quello che ti ho chiesto, dammi la speranza, quella che, ogni volta, mi fa pensare che le cose possono cambiare, perché io come tanti altri abbiamo deciso di restare nella nostra terra, con i suoi acciacchi e le sue bellezze, e se ci saranno uomini che questa speranza la uccideranno ancora tu, o neonato Signore, ricordaci che su questo fazzoletto siamo tutti di passaggio, tutti ospiti e nessun padrone, tutti fratelli e nessuno schiavo, tutti poveri e nessuno ricco, tutti a servizio e nessuno asservito. Signore, tu che puoi, donaci un Natale di liberazione.
Classe 1980, entra in Seminario nel 1994. Conseguita la maturità classica, frequenta la Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia “S. Giovanni Evangelista” a Palermo dove ottiene il Baccalaureato in S. Teologia. Dal 2006 al 2009 studia Mariologia presso la Pontificia Facoltà Teologica “Marianum” a Roma. Ordinato sacerdote il 5 maggio 2007. In atto, Responsabile Diocesano del Servizio di Pastorale Sociale del Lavoro, Parroco delle Parrocchie S. Nicolò e San Cataldo (Gangi), Rettore del Santuario dello Spirito Santo (Gang), Vice Direttore regionale dell'Ufficio di Pastorale Sociale e del lavoro della Conferenza Episcopale Siciliana.