DON GIUSEPPE AMATO:
Carissima Luisa,
trovo la tua replica un po’ qualunquista, soprattutto nel passaggio in cui fai intendere che un certo modo di amministrare la “Cosa Pubblica” possa ricondursi al valore alto e sacro della DEMOCRAZIA.
Permettimi di sottolineare che, in altri tempi, la spartizione di denaro pubblico da parte di referenti politici ad “amici”, mascherata dall’inflazionata usanza di far redigere fantomatici progetti si sarebbe chiamata CLIENTELISMO.
Io non credo che il problema sia l’appartenenza alla destra o alla sinistra, né tantomeno la fluidità della post modernità di Baumaniana tesi.
Sono fortemente convinto che, in tempi difficili come quelli che viviamo, l’utilizzo eccessivo di danaro pubblico per eventi e manifestazioni fini a se stessi non rientri nella bontà amministrativa del buon padre di famiglia.
Negli anni abbiamo visto la prassi fallimentare a livello turistico, di sviluppo e di tenuta sociale di questo modo di fare, inoltre, non possiamo dire che accanto a ciò si siano sviluppati infrastrutture o cambiamenti strutturali del tessuto socio economico siciliano.
Quindi mi chiedo: è forse giunto il momento di invertire la tendenza? Come possono coesistere le nostre denunce sulla gestione della Sanità e delle crisi idrica con l’avallo di uno sperpero indiscriminato del denaro pubblico?
Carissima Luisa,
trovo la tua replica un po’ qualunquista, soprattutto nel passaggio in cui fai intendere che un certo modo di amministrare la “Cosa Pubblica” possa ricondursi al valore alto e sacro della DEMOCRAZIA.
Permettimi di sottolineare che, in altri tempi, la spartizione di denaro pubblico da parte di referenti politici ad “amici”, mascherata dall’inflazionata usanza di far redigere fantomatici progetti si sarebbe chiamata CLIENTELISMO.
Io non credo che il problema sia l’appartenenza alla destra o alla sinistra, né tantomeno la fluidità della post modernità di Baumaniana tesi.
Sono fortemente convinto che, in tempi difficili come quelli che viviamo, l’utilizzo eccessivo di danaro pubblico per eventi e manifestazioni fini a se stessi non rientri nella bontà amministrativa del buon padre di famiglia.
Negli anni abbiamo visto la prassi fallimentare a livello turistico, di sviluppo e di tenuta sociale di questo modo di fare, inoltre, non possiamo dire che accanto a ciò si siano sviluppati infrastrutture o cambiamenti strutturali del tessuto socio economico siciliano.
Quindi mi chiedo: è forse giunto il momento di invertire la tendenza? Come possono coesistere le nostre denunce sulla gestione della Sanità e delle crisi idrica con l’avallo di uno sperpero indiscriminato del denaro pubblico?