Commenti di LUISA LA COLLA e DON GIUSEPPE AMATO
LUISA LA COLLA:
80 milioni per esigenze territoriali, sagre, feste o quant’altro, ok!
Invece di esser dati ad associazioni riconducibili a deputati, vengono dati a comuni i cui sindaci sono riconducibili a deputati, perché scrivi “consociativismo”? È normale che vengano distribuiti direttamente ai comuni, guai se non fosse così!
Ed è quasi sempre ovvio che un sindaco di destra o sinistra che esso sia, abbia un deputato regionale o nazionale di riferimento se questo sindaco non è un civico puro, cosa estremamente rara!
Dunque, a cosa è data la meraviglia o addirittura l’indignazione? Sinceramente non capisco!
Da quanto scritto, se il governo è di destra deve elargire fondi e curare il territorio solo laddove l’amministrazione è di destra, se è di sinistra, deve pensare solo a quelli di sinistra, perché sennò è consociativismo!
A me sembra che l’unica critica da poter fare in questa vicenda sarebbe da fare solo in base ai progetti che questi fondi vanno a finanziare, sulla bontà di questi e sulla reale utilità per lo sviluppo del territorio.
Quale consociativismo? Si chiama democrazia! I Comuni…stiamo parlando di Comuni, amministrazioni democraticamente elette!
Come si può pensare e sostenere che se un comune di sinistra, oggi riesce ad avere finanziamenti seppur per una semplice sagra, sia da legarsi ad un deputato dell’opposizione che per ottenere ciò non fa opposizione e tace davanti storture?
“Accordi” scrivi tu, in maniera un po’ grillina, la politica è l’arte della mediazione, guai se non ci fossero gli accordi, perché pure noi stiamo cedendo al populismo?
Su una cosa ti posso però dare ragione, quella attuale è minoranza e non opposizione, ma non penso che questo stato sia legato alle eventuali mance, quanto piuttosto ad una sempre più accentuata mancanza di politica, di preparazione, di gavetta, di passione, di credo politico.
Oggi tutto è liquido, dal sesso all’appartenenza partitica, si fa politica senza ideali, perché i partiti, effettivamente, non esistono più, si è ondivaghi, e si lascia la pericolosa possibilità agli urlatori estremisti, gli unici con un ideale seppur non condivisibile, di farsi strada.
Carissima Luisa,
trovo la tua replica un po’ qualunquista, soprattutto nel passaggio in cui fai intendere che un certo modo di amministrare la “Cosa Pubblica” possa ricondursi al valore alto e sacro della DEMOCRAZIA.
Permettimi di sottolineare che, in altri tempi, la spartizione di denaro pubblico da parte di referenti politici ad “amici”, mascherata dall’inflazionata usanza di far redigere fantomatici progetti si sarebbe chiamata CLIENTELISMO.
Io non credo che il problema sia l’appartenenza alla destra o alla sinistra, né tantomeno la fluidità della post modernità di Baumaniana tesi.
Sono fortemente convinto che, in tempi difficili come quelli che viviamo, l’utilizzo eccessivo di danaro pubblico per eventi e manifestazioni fini a se stessi non rientri nella bontà amministrativa del buon padre di famiglia.
Negli anni abbiamo visto la prassi fallimentare a livello turistico, di sviluppo e di tenuta sociale di questo modo di fare, inoltre, non possiamo dire che accanto a ciò si siano sviluppati infrastrutture o cambiamenti strutturali del tessuto socio economico siciliano.
Quindi mi chiedo: è forse giunto il momento di invertire la tendenza? Come possono coesistere le nostre denunce sulla gestione della Sanità e delle crisi idrica con l’avallo di uno sperpero indiscriminato del denaro pubblico?