Commento di DARIO ALBERTINI
Il 21 dicembre partirà da Torino il “Sicily Express”, un treno che in poco più di 18 ore, ma qualcuno dice 22, raggiungerà Messina, per poi risalire l’Italia il 5 gennaio 2025. Dotato di bar, ristorante e persino cuccette e cabine letto, rappresenta una novità per i collegamenti ferroviari con la Sicilia, pochi e sempre carenti in termini di comfort.
In un contesto in cui il trasporto aereo è inarrivabile a causa prezzi dei voli che lievitano durante le festività, soprattutto per lavoratori e studenti fuori sede, questa iniziativa presuntamente “tampone” voluta dal Governo regionale, in collaborazione con Trenitalia, con biglietti a meno di 30 euro, è stata accolta con entusiasmo. Sarebbe stato strano il contrario.
Il convoglio è già sold out, e dalla politica regionale fioccano, manco a dirlo, le dichiarazioni trionfalistiche del tipo “esperienza indimenticabile”, “avevamo visto giusto”, come se si trattasse della panacea di disagi atavici sui quali si spendono da anni troppe chiacchiere e poche azioni concrete.
In realtà il Sicily Express non risolve i problemi strutturali della mobilità da e per la Sicilia, questo lo sanno tutti, lo sa anche il Presidente della Regione che rinnova la promessa di interventi futuri. Ma si sa, parlare di futuro serve a catturare consenso, la politica del fare è un’altra storia ed anche seria. Il Sicily Express resta una misura estemporanea, poco più del fumo di un arrosto.
Ai cittadini decidere se queste iniziative bastino o siano solo un’illusione.
Intanto, “signore e signori, in carrozza, la favola di Natale è servita!”
Appassionato di comunicazione, soprattutto radiofonica, dirige un podcast di divulgazione culturale e promozione della lettura con la collaborazione di docenti, giornalisti, scrittori e editori. È consulente di marketing digitale e formatore all'uso consapevole dei social media.